Carissimi/e,
Da molti anni ormai il mese di ottobre richiama la missionarietà della Chiesa. Anche noi, amici ed amiche dell’Opera don Folci, desideriamo condividere tale spirito, in forza del carisma del Fondatore che voleva un’Opera ‘interplanetaria’.
Perciò, sostenuti da oltre 170 adesioni all’ultima catena di preghiera, mi sembra utile e doveroso proporre una testimonianza corposa e illuminante di don Giuseppe Noli, sacerdote Fidei Donum ed ex-alunno dell’Opera don Folci oltre che nostro amico da tempo.
Perù, Haiti e dal 2014 una nuova destinazione. Per lui, all’età di 75 anni e con 50 anni di sacerdozio, un altro dei paesi più poveri e problematici del mondo: il Niger.
Dalla capitale, Niamey, dove lo abbiamo raggiunto, ci scrive:
È un Paese tra i più poveri del mondo: nella classifica dell’Indice di sviluppo umano è all’ultimo posto. Colonia francese, indipendente dal 1960, il Niger vive di agricoltura e allevamento. Il sottosuolo è ricco di uranio, petrolio, oro che vengono esportati-rubati dalle grandi potenze, Francia in testa. La grande ricchezza del Niger è la vita: il 60% della popolazione ha meno di 18 anni, ogni donna ha in media 7 figli. 95% sono musulmani, 4% segue religioni tradizionali, 1% sono cristiani.
La Chiesa è presente da 100 anni: ci sono 2 diocesi (con 2 vescovi africani), 20 parrocchie, una quarantina di sacerdoti-religiosi e 20 congregazioni femminili. La maggioranza dei cristiani vivono in capitale, provengono dai paesi confinanti, generalmente hanno attività propria.
Ma la Chiesa cosa fa in Niger? È come chiedersi: cosa fa Gesù Cristo nel Tabernacolo? C’è, è Presente, Piccolo, Solo, Silenzioso, quasi Ignorato ma c’è! come la chiesa in Niger. Ma è una Presenza piena di senso e di valori: come Lui, Gesù: è luce, è sale, è lievito.
La società nigerina, per la sola “presenza” dei cristiani è illuminata per la Parola, resa saporita per la Carità, vivificata per i Sacramenti. Attorno a questi valori vive e cresce, lentamente e con fatica, la storia delle comunità cristiane, piccole (100-150 persone) o sommerse dal popolo nella capitale. Animate da una fede celebrata sempre con gioia, le comunità cristiane, si esprimono, con la testimonianza, con le comunità di base, i percorsi di catecumenati e catechetici, i gruppi di lettura della Bibbia, la pastorale giovanile, il dialogo interreligioso, l’attenzione e la visita agli ammalati e l’azione caritativa verso i più poveri. Solo il 30% della popolazione è alfabetizzata: la Chiesa è impegnata nell’Educazione con un programma ammirevole e di qualità, con sforzo e competenza, a servizio di tutto il popolo. Anche nel campo dell’alimentazione la Chiesa dà il suo contributo: programmi di aiuto e accompagnamento per bambini denutriti, sempre numerosi, e per famiglie in difficoltà ed estrema povertà. Attenzione particolare alle persone in carcere: cibo, medicine, assistenza giudiziaria e spirituale, progetti di lavoro soprattutto per le donne per alleviare le condizioni in cui sono costretti a vivere. In questi ultimi 2 anni la Chiesa sta vivendo un tempo di dura prova: sequestro di un sacerdote, ferimento di un altro e allontanamento per insicurezza di almeno 6 dalle loro parrocchie.
Bande armate e terrorismo jaidista rendono molto difficile la vita delle popolazioni, dei cristiani in particolare, nelle zone confinanti con Burchina Faso e Mali. Costretti a lasciare casa, campi, villaggio, cercare rifugio in zone più sicure, senza aiuti o protezione dello Stato. Una Chiesa piccola, povera, provata che come può si fa prossima a un popolo che soffre, lotta e spera, affidandosi alla forza della “vita che abbonda”. In un contesto come questo sento risuonare le parole “.… beati voi poveri… beati voi che adesso avete fame…beati voi che ora piangete…beati voi quando vi insulteranno e disprezzeranno a causa del Figlio dell’uomo… perché vostro è il Regno di Dio…” (Lc 6,20-23).
Da sei anni sono immerso nella vita di questo popolo: vedo, osservo, cammino, condivido, soffro, gioisco, spero, mi pare di “far parte del Regno di Dio” e sono contento.
Niamey, 7-9-2020 Don Giuseppe Noli
(Sacerdote Fidei Donum ed ex-alunno dell’Opera don Folci)
(Silvano Magni – Presidente Associazione ex-alunni e amici Opera Don Giovanni Folci)